Mi addormentai sul divano, distrutta nel fisico e, senza motivo apparente,
anche nella mente.
Sognai di nuovo Carter.
Martedì , ore 03:00
Mi svegliai in preda a brividi di freddo ed era parecchio strano perché al contempo
ero sudata fradicia.
Forse avevo preso l’influenza.
Dal divano mi trascinai sul letto. Sperai di riprendere sonno e stavolta dormire
senza che la faccia da schiaffi di Carter del liceo, tornasse a torturarmi.
Non vi fu verso.
Faccia da schiaffi in tutte le salse.
Martedì , ore 04:15
Rimasi a crogiolarmi nel dormiveglia più agitato della mia vita per un’altra ora
abbondante fino a quando forse mi addormentai, o forse svenni, non saprei
dire esattamente. L’unica certezza era lo sfinimento di cui ero preda.
Martedì , ore 07:30
La suoneria oscena del mio cellulare mi svegliò.
Con un occhio aperto afferrai l’aggeggio infernale, il telefono, che spandeva
nell’aria un terribile motivetto country, e lo spensi togliendo la batteria. Tornai
ad affondare la faccia nel cuscino, ma la pace durò solo qualche istante. Fino a
quando cioè, il telefono di casa cominciò a trillare. Non mi mossi, al quarto
squillo si sarebbe inserita la segreteria.
“Salve! Sono Grace, dopo il bip sapete cosa fare.”
Beeeppp!
-Muovi le chiappe e rispondi al telefono, so che ci sei, biscottino.-
Pag 59 Capitolo 6